Perché il silenzio?

In questi giorni mi sono spesso fermato a riflettere sul senso della diffusione della notizia del disastro ambientale che ha investito il golfo dell’Asinara anche sui mezzi d’informazione della penisola. Mi sono indignato, perché non c’è stato un quotidiano che ha riportato la notizia nella prima settimana: ho pensato che si trattasse di un disinteresse spiegabile solo col fatto che finché la “marea nera” non fosse arrivata a toccare la Costa Smeralda, ovvero a disturbare il progetto di vacanze estive di qualche politico o calciatore, a nessuno sarebbe fottuto niente di qualche chilometro di spiaggia macchiato di Orimulsion. Solo ieri, 26 gennaio, il ministro dell’ambiente Stefania Prestigiacomo ha detto due parole alla Camera su quanto è avvenuto: ha assicurato che la pulizia verrà completata entro un mese. E che non ci sono le condizioni per dichiarare lo stato di emergenza nazionale.

L'inquinamento a Cala Francese (foto Claudio Muzzetto)

Dallo stesso intervento è emerso che la quantità dichiarata di combustibile fuoriuscito dalla perdita (un dato lievitato nel corso dei giorni, man mano che nuovi tratti di costa venivano contaminati) è stimato in 45mila litri riversati nelle acque del golfo. Le uniche stime disponibili in questi giorni venivano comunicate dalla stessa azienda, la E.ON, che ha inviato i tecnici addetti a ripulire la costa. Si tratta di quegli operai specializzati che l’altra settimana si sono messi a fare tira e molla con le onde, che gli stavano strappando via i sacchetti dimenticati un po’ troppo a riva. La ditta E.ON dichiara di aver profuso il massimo impegno per una risoluzione rapida dell’emergenza. Dichiara anche di aver attivato subito le procedure di emergenza, ma dalle stime attualmente disponibili risulta evidente che, in pratica, se ne sono accorti dopo più di qualche ora. Continue reading “Perché il silenzio?”