La Brigata "Sassari"

Ieri mattina le autorità militari passarono in rivista la Brigata “Sassari” in piazza Vittorio Emanuele I. Erano presenti naturalmente autorità di ogni genere. Applausi, fiori e discorsi.
Gli azionisti delle Ferrovie sarde, che speculano sulla indennità che lo Stato concede loro per ogni chilometro di ferrovia; che speculano sulla bonomia del contadino e del pastore sardo e fanno viaggiare i sardi in vetture da bestiame; che per risparmiare carbon fossile, riscaldano le locomotive col legno e ogni anno provocano centinaia di migliaia di lire di danni ai contadini e ai pastori sardi; gli azionisti delle miniere sarde che speculano sulla crisi permanente di lavoro esistente in Sardegna, e retribuiscono i minatori e i braccianti sardi con pochi soldi al giorno, obbligando chi lavora 12, 14, 16 ore quotidiane a nutrirsi di pane d’orzo e cipolle, di fichi d’India e di radici; gli azionisti delle Società industriali siderurgiche e meccaniche, che fanno pagare un occhio della testa, ai contadini, ai pastori, agli artigiani della Sardegna, le zappe, gli aratri, i ferri per i cavalli ed i buoi;
gli industriali del cuoio, che strozzano i contadini, i pastori e gli artigiani si Sardegna coi prezzi enormi cui fanno salire le scarpe; gli industriali del cuoio che obbligano un terzo dei contadini sardi ad andare scalzi tra le spine e i sassi taglienti, che obbligano le madri, le figlie, le mogli dei contadini dei pastori sardi ad andare sempre scalze, d’inverno e d’estate;
i signori torinesi, la classe borghese di Torino che nel 1898 ha seminato di lutti e rovine l’isola di Sardegna facendo perseguitare, dai carabinieri e dai soldati, come cinghiali, per monti e per valli, i contadini e i pastori sardi affamati (1);
i signori torinesi, la classe borghese di Torino, che ha ridotto allo squallore la Sardegna, privandola dei suoi traffici con la Francia (2) , che ha rovinato i porti di Oristano e di Bosa, che ha costretto più di centomila sardi a lasciare la famiglia, i figli, la moglie per emigrare per trovar lavoro nell’Argentina e nel Brasile;
i signori torinesi, la classe borghese di Torino, che ha sempre considerato la Sardegna come una colonia di sfruttamento, che ha rubato in Sardegna, nell’ultimo cinquantennio, più di 500 milioni di imposte, denaro sudato dai contadini e dai pastori rimanendo sotto la sferza del sole per 16 ore quotidiane; i signori torinesi, la classe borghese di Torino, che si è arricchita distruggendo le foreste sarde, che ha riempito i suoi portafogli col sangue, la fame, la miseria del popolo di Sardegna;
tutta questa caterva di parassiti, di vampiri del generoso sangue di Sardegna, insieme ai discendenti di quei baroni piemontesi, contro le angherie e la ferocia dei quali ancor oggi i pastori e i contadini cantano le canzoni rivoluzionarie di Giomaria Angioy, tutta questa ciurmaglia elegante e ben pasciuta oggi festeggia i contadini, i pastori e gli artigiani della Brigata “Sassari”. Regalano “fiori” a questi uomini che hanno il corpo ancora segnato dal feroce lavoro cui li ha costretti da bambini il loro turpe e spietato sfruttamento; regalano “sigari” a questi uomini, le cui madri, le cui sorelle, le cui figlie si esauriscono in un lavoro da schiavi; regalano coccarde e sorrisi a questi uomini, ai quali hanno tolto tutto, ai quali l’esattore mette all’asta il campicello e la casuccia per tre soldi di imposta non pagata, ai quali non hanno mai dato scuole, né acquedotti, né porti, né giustizia, ai quali hanno sempre domandato sacrifizi, fino al massimo sacrifizio della vita.
Oggi li festeggiano, li carezzano, li avvolgono di occhiate tenere, pare ne palpino i muscoli e i nervi. Eccoli i castigamatti! Ecco i servi fedeli! Eccoli i cosacchi da scagliare contro gli operai comunisti.

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Napoli, 4 dicembre

Ieri sera un corteo di studenti imbavagliati ha raggiunto il teatro San Carlo, dopo una rassegna stampa a palazzo Giusso, in mattinata, alla quale hanno partecipato anche gli artisti che il 2 dicembre hanno vissuto sulla loro pelle l’operazione di sgombero da parte delle forze armate all’interno del teatro. I musicisti del San Carlo hanno dato la loro diponibilità per fare un concerto gratuito all’università Orientale.
Anche gli attori e il regista dello spettacolo Diceria dell’untore (in questi giorni al teatro Mercadante) hanno testimoniato la loro solidarietà con la battaglia degli studenti: Luigi Lo Cascio sarà all’Orientale mercoledì 8 dicembre in occasione dell’assemblea.

Nel mondo politico, solo Felice Belisario e Nello Nardo (Idv) chiedono pubblicamente a Roberto Maroni di rispondere delle violenze del 2 dicembre. Luigi De Magistris e Antonio Di Pietro denunciano le operazioni di repressione come rappresentative di un clima da fine impero. Il questore Giuffré sostiene però che al San Carlo non c’è stata nessuna carica.
Intanto la prefettura di Napoli decide di restringere la libertà di esprimere il dissenso imponendo delle direttive riguardo alle manifestazioni.

Gli studenti della facoltà di Architettura (Federico II) questa notte hanno imbrigliato la statua di Dante nell’omonima piazza, appendendo degli striscioni che erano visibili questa mattina.

(Fonti: Repubblica, Flickr, cau Napoli, asca.it, indymedia.)