Tentazioni leghiste in Barbagia

Francesco Bussu, sindaco di Lodine

Lodine, 380 abitanti, è uno dei comuni che la manovra finanziaria potrebbe cancellare dalla Barbagia. Pur di evitare questa conseguenza nefasta, il sindaco Francesco Bussu dichiara di essere disposto ad un’alleanza con la Lega Nord, perché «loro hanno più forza, sono al governo e la pensano come noi in tutto.»

Il sindaco Bussu appartiene al partito indipendentista Sardigna Natzione. Oltre a contraddire uno dei principi fondanti del partito (quello della non collaborazione  con le forze italianiste e unioniste), la sua dichiarazione è aberrante per almeno due motivi:

  1. È l’ennesima dimostrazione di come, in Sardegna, i rappresentanti di un gruppo che porta avanti una rivendicazione nei confronti della regione o dello stato si lascino sedurre facilmente da affiliazioni bizzarre, che sembrano poter offrire soluzioni semplici o “magiche” a problemi complessi. Mi viene da pensare al recente viaggio in elicottero di Flavio Briatore a Bitti per un incontro con alcuni rappresentanti del Movimento Pastori Sardi, durante il quale il proprietario del Billionaire ha promesso promozioni miracolose dei prodotti dei pastori, e ha dispensato i soliti consigli da quattro soldi alla comunità. Da quell’incontro ha preso le distanze Felice Floris, leader del MPS. Il punto è che spesso si preferisce tentare la strada della carità e dell’intervento paternalistico (Bussu: «ad appoggiare la nostra protesta per fortuna c’è anche il ministro Maroni»), anziché quella dell’unione delle forze “sane” nel portare avanti una protesta coerente e dignitosa.
  2. Ben più grave è il parallelo tra l’indipendentismo e il leghismo, che emerge chiaramente dalle esternazioni del sindaco. Già è difficile percorrere il campo minato dell’opinione pubblica in un momento nel quale l’affermazione del secessionismo leghista ha creato un clima di diffidenza verso chiunque sostenga battaglie per l’emancipazione delle comunità, e ha condannato ogni sforzo per recuperare e valorizzare le proprie radici linguistiche e storiche a puzzare del peggiore nazionalismo, al sospetto della gente, a dover premettere una giustificazione prima di parlare di folclore. Ha provocato, per reazione, un italianismo forzato che si deve opporre a quel disonesto tentativo di smembramento. Una sola dichiarazione come quella di Bussu polverizza in un istante ogni presa di distanza compiuta in questi anni dall’indipendentismo sardo moderno nei confronti del “pensiero” leghista, col quale non ha nulla da spartire. Poco conta che si parli di SNI o Progres: temo che per le masse distratte, il salto da Sardigna no est Italia alle cazzate sparate da Bossi con un filo di voce sia meno lungo del previsto, e che il danno ricada sull’indipendentismo in generale. Il rischio è che per un passo fatto in avanti, uno contrario equivalga a cento che riportano il dibattito indietro nel passato, con uno sforzo minimo.
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